Nell’ultimo periodo, indossare una mascherina protettiva è diventata un’abitudine. I dispositivi di protezione individuale (DPI) sono disponibili in diverse tipologie. Le più usate sono le FFP1, FFP2, FFP3 e quelle chirurgiche. Andiamo a scoprire le differenze e alcuni dettagli riguardanti il materiale filtrante che compone questi DPI.
Le semimaschere FFP1, FFP2 e FFP3
Una mascherina protettiva FFP, sigla di “Filtering Face Piece”, è realizzata con vari strati di materiale filtrante, di solito tessuto non tessuto realizzato con fibre di polipropilene. Questi DPI possono essere distinti tra loro in base ai livelli di protezione proposti: dal meno protettivo (FFP1) al più efficace (FFP3). Le mascherine N95 (di produzione americana) corrispondono alle FFP2, sono le più adatte per la protezione dai virus e sono costruite con fibre aggrovigliate che bloccano gli agenti patogeni presenti nell’aria. Le FFP1 forniscono invece una copertura dell’80%.
La mascherina protettiva facciale ad uso medico, ovvero quella definita “chirurgica”
Le mascherine chirurgiche sono composte da vari strati e almeno uno di essi è costituito da materiale idrorepellente. Anche qui si usano diverse tipologie di TnT in grado di creare una barriera che evita il transito dei fluidi. Queste mascherine sono assemblate con almeno tre strati di tessuto non tessuto, che è a sua volta composto da circa tre o quattro strati di fibre.
Solitamente l’esterno e il lato interno sono costituiti da TnT spunbond, che assicura una certa resistenza alla mascherina protettiva e che protegge l’epidermide. Nella parte centrale c’è il materiale filtrante meltblown, un TnT che fa da barriera grazie alla sua composizione di microfibre di diametro da 1-3 micron.
A seconda dell’efficienza di filtrazione e in funzione della resistenza respiratoria, la mascherina protettiva chirurgica può essere di quattro tipi: I, IR, II e IIR. Il tipo II ha tre strati e quello IIR ha quattro strati di materiale filtrante. Più strati ci sono più l’efficienza di filtrazione dei batteri aumenta: IIR al 98% rispetto al 95% del tipo I. La mascherina chirurgica IIR è la più resistente ed efficace.
Le mascherine filtranti
Oltre alle suddette soluzioni, esistono anche le mascherine filtranti a due strati (ad esempio di cotone) che non possono essere classificate né come DPI né come dispositivi medici. Quando, però, vengono combinati materiali diversi, ad esempio uno strato di cotone e due di un altro tessuto, si può arrivare quasi ad ottenere le performance di una mascherina N95 o FFP2.
In tempi di pandemia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’uso di una mascherina protettiva chirurgica oppure FFP2. Nel caso dell’uso di mascherine filtranti non mediche suggerisce quelle a tre strati: uno strato interno assorbente, uno intermedio filtrante e uno esterno fatto di poliestere.
Il giusto materiale filtrante per la produzione della mascherina protettiva
Se avete bisogno di ottimizzare o iniziare la produzione di mascherine di alta qualità, quello che vi serve è il miglior tessuto non tessuto. Solo così potrete proporre ai vostri clienti una mascherina protettiva efficiente e sicura. Contattateci al più presto per ottenere una consulenza da parte del nostro reparto interno. Saremo lieti di analizzare le esigenze e di proporre la soluzione migliore per la vostra attività.